Le pratiche di validazione degli apprendimenti esperienziali (VAE ) sono volte all’identificazione, accreditamento e certificazione degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informai. Tali procedure hanno assunto negli anni un crescente interesse da parte dei formatori e dei responsabili delle risorse umane delle imprese dì molti Paesi europei, sia come strumento per !a gestione dei percorsi di carriera, sia come misura a supporto della occupabilità del lavoratore, nei contesti di transizione.
Già a partire dalla metà degli anni Novanta, infatti, l'Unione Europea ha delineato g quadri di sviluppo della forn-kazIone, assegnando alle pratiche formali ed informali pan dignità rispetto ai sistemi formativi consolidati. La stessa strategia di Lisbona incoraggia la diffusione dei sistemi dr validazione delle competenze, sostenendo lo sviluppo di normative e metodi volti a favorirne il riconoscimento.
V = validare : Riconoscere - a livello organizzativo - la validità effettiva di
A = apprendimenti: (conoscenze, capacità, attitudini,motivazioni,) che consente alle persone di agire nei migliori dei modi.
E = esperienze: Non importa che questi apprendimenti siano stati consegui in modo ;Menzionale o per caso: situazioni formali o informali. Ciascuno d questi "modi" verrà considerato perché ciò che conta è :a competenza
in Itala è previsto una modalità per il riconoscimento delle competenze e le Abilità Maturate in Abito Lavorativo e Professionale, mediante il Decreto n.509/99 La riforma dell'offerta formativa italiana prevede la possibilità di riconoscere come crediti Formativi Universitari (CFU) le conoscenze, le competenze e le abilità maturate in ambito lavorativo e professionale. Dando a gli Atenei la possibilità di decidere in base ai propri criteri l'entità dei Cfu riconoscibili, con valutazione massima fino a 120 (sui 180 crediti previsti per il conseguimento della laurea Triennale di primo livello).
Con due successive circolari, il MIUR ha ridotto il limite massimo di Cfu riconoscibili dapprima a 60 (circolare n. 149/2006, firmata dall'allora ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi) e poi a 30 (circolare n. 160/2009 del ex Ministro dell'Università e della Ricerca Mariastella Gelmini). La legge n. 240 del 2010 sulla riforma dell'università, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 14 del 5 gennaio 2011 ed entrata in vigore il 29 gennaio, contiene all'art. 14 una nuova riduzione dei Cfu riconoscibili: si arriverà a poter riconoscere agli studenti universitari detentori di capacità ed esperienze professionali fino ad un massimo di 12 Cfu. Nella norma in esame viene ribadito che "il riconoscimento deve essere effettuato esclusivamente sulla base delle competenze dimostrate da ciascuno studente" e che "sono escluse forme di riconoscimento attribuite collettivamente".
Per tanto Oggi in Italia, chiunque fosse in possesso di una ricca è comprovata esperienza professionale non potra ottenere piu' di 12 CFU di Riconoscimento Crediti Universitari dopo l'ultima riforma del 2011 successivo decreto ministeriale.
Il Centro Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale è un'agenzia dell'Unione Europea basata in Salonicco che diffonde informazioni" e svolge ricerche sulla formazione professionale e più in generale sull'apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Nel 2009 CEDEFOP ha pubblicato le Linee Guida Europee per la validazione dell'apprendimento non formale e informale (European Guidelines for validating nonformal and informai learning). Nelle Linee Guida vengono utilizzale le seguenti definizioni:
Apprendimento formale: apprendimento erogato in un contesto organizzato e strutturato (per esempio, in unistituto d'istruzione o di formazione o sul lavoro), appositamente progettato come tale (in termini di obiettivi di apprendimento e tempio risorse per l'ap prendimento). L'apprendimento formale é intenzionale dal punto di vista del discendente. Di norma sfocia in una convalida e in una certificazione.
Apprendimento non formale: apprendimento erogato nell'ambito di attività pianificate non specificamente concepite c,toine apprendimento (in termini di obiettivi, di tempi o di sostegno all'apprendimento). L'appren-dimento non formale è intenzionale dal punto di vista del discente.
Apprendimento informale: apprendimento risultante dalle attività della vita Quotidiana legate al lavoro, allafamiglia o al tempo libero. Non è strutturato in termini di obiettivi di apprendimento, di tempi o di risorse dell'apprendimento. Nella maggior parte dei casi l'apprendimento informale non é intenzionale.
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Legge 92 del 2012 "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita"
La nuova Legge sul mercato de lavoro, all’Art. 4 "Ulteriori disposizioni in materia di Mercato del lavoro, commi,51 e seg. ribadisce l'importanza degli Orientamenti Europei in mento all’apprendimento permanente, richiamando i concetti di apprendimento Formale, non formale e informale. Nello specifico., comma 54, riconosce l’apprendimento informale come quello che. anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ognipersona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo. nell’ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero.
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Il Modello Anglosassone:
L'articolo, tratto dal volume "Sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite sul lavoro: esperienze europee e italiane a confronto' (Provincia Autonoma di Tremo; Progetto Leonardo COGET, 2005) di Furia Bednarz, illustra i; sistema anglosassone di riconoscimento delle -competenze maturate in contesti non formali ed informali
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Accreditation of prior experiential learning (APEL) in the UK
H documento (di Jonathan Garnett, Derek Portwood and Caro' Costley) illustra il sistema di ricorioscirriento delle competenze esperienziali in Regno Unito.
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Il modello Francese
L'articolo, tratto dal volume "Sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite sul lavoro: esperienze europee e italiane a confronto Provincia Autonoma di Trento; Progetto Leonardo COGET, 2005) di Fu rio Bednarz, illustra il sistema francese di riconoscimento delle competenze maturale in contesti non formali ed informali
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Il modello Tedesco
articolo, tratto dal volume "Sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite sul lavoro: esperienze europee e italiane a confronto" Provincia Autonoma di Trento-, Progetto Leonardo COGET, 2005) di Furia Bednarz, illustra sistema tedesco (il Riconoscimento delle competenze maturate in contesti non formali ed informali